MANIFESTO PER IL RILANCIO DEI CRAL

MANIFESTO PER IL RILANCIO DEI CRAL

PREMESSA

La lunga crisi economica ha portato conseguenze negative nell’apparato produttivo italiano e nel mondo del lavoro. Molte aziende hanno pensato che la sfida imposta dalla globalizzazione si potesse vincere riducendo il costo del lavoro. Il vasto mondo associativo presente nei luoghi di lavoro, costituito dai CRAL, non poteva non subire ripercussioni dalle difficoltà economiche e dalla crisi delle relazioni industriali.

Sono molte le realtà in cui sono stati tagliati i finanziamenti ai CRAL, a partire dalla Pubblica amministrazione, o dove si è preferito da parte dell’azienda trasformare la quota destinata ai CRAL in benefit ai lavoratori. In molti casi i CRAL hanno continuato la loro attività in autonomia garantendo la continuità dei servizi, in altri casi hanno cessato l’attività, in altri ancora si sono trasformati in associazioni. In questo contesto si è sviluppato un welfare aziendale, in particolare nelle grandi e medie realtà produttive non colpite dalla crisi, favorito dalle deduzioni fiscali concesse alle aziende per servizi utilizzabili dai dipendenti. Ciò ha determinato una pratica unilaterale da parte delle aziende nella gestione delle politiche di welfare con l’affidamento di importanti servizi di welfare aziendale ad imprese for profit, in decisa controtendenza rispetto a quanto stabilito nel comma 1 dell’art.11 della legge 300/1970: “le attività culturali, ricreative ed assistenziali promosse nell’azienda sono gestite da organismi formati a maggioranza dai rappresentanti dei lavoratori”.

L’art. 11 della legge 300 viene disatteso anche in settori del pubblico impiego. I Circoli Ricreativi Aziendali (CRAL) hanno una lunga storia e ancora oggi assicurano occasioni di svago, di crescita culturale, di pratica sportiva a milioni di lavoratori a costi contenuti, grazie al lavoro volontario di tante persone.

POLITICHE DI PROMOZIONE E CONTRATTAZIONE

Le leggi di stabilità 2016-2017 e il decreto sulla detassazione dei premi di produttività hanno rafforzato il ruolo della contrattazione sindacale in materia di welfare aziendale. Inoltre, gli importanti accordi che Cgil-Cisl-Uil hanno firmato con le parti datoriali danno la possibilità di estendere il welfare anche a realtà industriali e artigianali di piccole dimensioni, coinvolgendo lavoratori che oggi non hanno la forza di contrattare con l’azienda né misure di welfare né strumenti organizzativi (circoli o associazioni) per il governo delle politiche del tempo libero.

I prossimi anni, quindi, saranno importanti per rilanciare il ruolo dell’associazionismo dei lavoratori nella programmazione e gestione di parti del welfare aziendale, in particolare i servizi relativi al tempo libero. A questo fine il il rilancio della funzione dei Cral deve essere in stretto rapporto con la contrattazione sindacale. Molte cose sono cambiate nel corso di questi decenni. La globalizzazione insieme al progresso tecnologico e informatico ha rivoluzionato l’organizzazione della produzione e il mercato del lavoro. L’azienda non è più strutturata come nel passato. Il diffondersi del lavoro precario, di quello mal pagato e la diminuzione dei posti di lavoro sono le principali cause dell’aumento delle disuguaglianze. Disuguaglianze tra i pochi ricchi e i tantissimi poveri, tra chi ha un lavoro e chi non l’ha, tra chi può contare su alcune tutele e chi invece è solo con le sue difficoltà, tra chi ha opportunità di promuovere le sue capacità e chi ha problemi di sopravvivenza.

Il superamento delle disuguaglianze è l’impegno morale, politico e sociale prioritario per rilanciare i consumi, far riprendere la via di un sano e duraturo sviluppo all’economia e riproporre il tema della qualità della vita.

ACCETTARE LA SFIDA

I CRAL aziendali e quelli associati alla FITeL vogliono essere protagonisti di questa nuova fase di relazioni sindacali e contribuire alla lotta contro le disparità di reddito e di opportunità.

I CRAL, accettano questa nuova sfida. Pertanto, partendo dalla loro storia e dalla loro rappresentanza, danno avvio a un processo di rinnovamento organizzativo e politico capace di rafforzare l’associazionismo aziendale al fine di rispondere alla nuova domanda di servizi alla persona, alla famiglia, ai cittadini.

Di conseguenza i CRAL associati a FITeL, a seguito della Conferenza di Organizzazione del marzo scorso e del Seminario tenuto a Nova Siri a settembre, indicano i principali punti su cui rilanciare: l’associazionismo nei luoghi di lavoro; una rinnovato ruolo sociale dei CRAL; un nuovo rapporto con la realtà economica e sociale dei territori.

1) L’AZIENDA: LUOGO DELLA SOCIALITA’ E DELLO SVILUPPO DELLA PERSONA.

I lavoratori passano gran parte della loro vita nei luoghi di lavoro. L’azienda è una comunità dove i lavoratori coltivano esperienze, relazioni umane e sociali, opportunità di crescita professionale e personale. Il senso di comunità ha costituito la base per affermare le conquiste che i lavoratori hanno ottenuto nei decenni trascorsi. Occorre ricreare questo senso di appartenenza, di condivisione dell’esperienza umana e lavorativa per far si che ogni lavoratore possa trovare nel luogo di lavoro una sponda amica che aiuti se stesso e la sua famiglia a vivere meglio.

A questo fine il welfare aziendale può contribuire a generare benessere nella comunità famigliare e in quella lavorativa. Ciò si ottiene con oculati interventi e prestazioni che nascono da una attenta analisi della variegata domanda sociale espressa dai dipendenti e della copertura di servizi offerta dal territorio. Un sistema di welfare ben strutturato ed efficace richiede l’elaborazione di Piani di welfare dove si riesce a combinare analisi dei bisogni, partecipazione, programmazione e progettazione degli interventi. Una organizzazione del welfare aziendale burocratica o semplicemente affidata all’esterno è destinata a produrre benefici di scarso peso.

2) NUOVE COMPETENZE SOCIALI

Nel corso degli anni i CRAL hanno gestito la politica del tempo libero e in molte realtà hanno assunto anche altri compiti quali la gestione di: strutture ricreative e sportive; asili nido e mense; processi formativi, assistenza alle persone, prestazioni relative all’assistenza sanitaria integrativa e alle spese scolastiche ecc.

Oggi, in molte realtà, questi servizi vengono gestiti unilateralmente dall’azienda. I Cral devono riappropriarsi della funzione sociale che sono chiamati a svolgere nel luogo di lavoro. Una funzione sociale rivolta alle persone e alle loro famiglie e al territorio in cui l’azienda opera. I lavoratori devono trovare nel CRAL esperienze e capacità per promuovere le attività culturali, sportive e turistiche, e nello stesso tempo anche le competenze necessarie a fornire una prima rete di protezione ai lavoratori e alle loro famiglie nei momenti di difficoltà che si presentano nel corso della vita.

La persona e la famiglia devono essere al centro dell’attività dei CRAL impegnati nelle politiche di promozione culturale e sociale, di prevenzione del disagio, ma anche nelle politiche che aiutano a gestire e superare forme di disagio. Le battaglie contro il bullismo, la violenza sulle donne, la tossico dipendenza, l’alcolismo, il gioco d’azzardo devono trovare l’associazionismo aziendale in prima linea con uno sforzo pari a quello indirizzato a promuovere occasioni di svago.

Ciò comporta l’acquisizione di competenze nuove da integrare a quelle sperimentate negli anni che continueranno ad avere la loro importante funzione. Il CRAL in grado di unire vecchie e nuove competenze, diventa soggetto importante nella costruzione e definizione dei Piani di welfare aziendale. Il rapporto con le rappresentanze sindacali aziendali è indispensabile in quanto sia le politiche promozionali che quelle di inclusione sociale dipendono in gran parte dalla capacità di contrattazione. Come pure indispensabile è la relazione con la rete di servizi integrati socio sanitari presenti sul territorio.

3) I CRAL APERTI A TUTTI I LAVORATORI

Nella maggior parte dei luoghi di lavoro coloro che non hanno un rapporto a tempo indeterminato non sono iscritti ai CRAL. Come pure vanno considerati quei lavoratori che a causa di dismissioni o perché dipendenti di ditte a cui è stato affidato un sub appalto non hanno la possibilità di utilizzare i servizi che i Cral forniscono ai dipendenti. A tutti questi lavoratori va data la possibilità di essere parte dei circoli o attraverso l’iscrizioni diretta o attraverso l’adesione alle strutture territoriali come soci aggregati. Altre volte sono le aziende che contribuiscono al finanziamento dei CRAL a imporre il veto di iscrizione ai lavoratori non in organico. Non va taciuta, inoltre, la responsabilità dei CRAL che, peccando di autoreferenzialità, perdono l’occasione di mettere a disposizione di questi lavoratori i servizi dei Cral, dando ad ognuno pari opportunità di promozione e di svago. Il risultato è una discriminazione incomprensibile che esclude una parte dei lavoratori dalla attività commerciale e promozionale dei CRAL.

Occorre quindi operare per una politica di apertura nei confronti di tutti i lavori riuscendo a superare possibili veti aziendali.

4) LA GOVERNANCE

I CRAL, per superare il mancato finanziamento da parte delle Aziende hanno dovuto trasformarsi in Associazioni no profit o/e in Circoli sportivi con statuti propri delle associazioni APS o della ADS dove è necessaria l’iscrizione individuale per diventare soci. Alla luce delle esperienze vissute fino a oggi possiamo affermare che la governance bilaterale (lavoratori-azienda) dei CRAL rappresenta una pratica che garantisce maggior equilibrio gestionale e finanziario. Gestioni unilaterali hanno creato fratture e spesso la fine dell’esperienza associativa. Questo orientamento offre sufficienti garanzie di buon utilizzo delle risorse destinate al welfare, le quali non vanno considerate puramente delle spese detassate, ma assumono il rilievo di investimenti per la crescita delle conoscenze e del benessere dei lavoratori e, di conseguenza, per l’andamento produttivo dell’azienda.

Dove l’azienda non finanzia il CRAL la governance non può che essere esercitata da coloro che finanziano l’attività della struttura con le proprie risorse. L’attività sociale e partecipativa svolta da tutte le tipologie di CRAL ci impegna a chiedere al governo di estendere i benefici fiscali anche alle quote di finanziamento ai CRAL in quanto risorse finalizzate al sostegno del reddito dei lavoratori e alla crescita del capitale umano all’interno delle aziende. Ciò renderebbe più facile l’impegno dell’azienda a promuovere insieme ai lavoratori politiche di benessere intellettuale e fisico.

5) LE REGOLE PER UNA GESTIONE DEMOCRATICA

La funzione sociale che viene assegnata ai CRAL ha come presupposto un rapporto di fiducia con i lavoratori iscritti e non iscritti. Per questa ragione occorre verificare in ogni luogo di lavoro il rispetto delle principali regole di democrazia. I criteri di selezione dei dirigenti, la scadenza del loro mandato, la trasparenza della gestione, l’attivazione di strumenti di partecipazione, il rapporto con le rappresentanza sindacali, costituiscono la base su cui realizzare risultati condivisi con i lavoratori e l’azienda.

6) INTERCETTARE NUOVI BISOGNI

Il progresso informatico e il sempre più diffuso uso di internet offrono ai lavoratori e ai cittadini una vasta possibilità di scelte per trascorrere il tempo libero. La concorrenza nella fornitura di servizi è ampia nella rete internet e le occasioni di risparmio per fare un viaggio o praticare uno sport a prezzi vantaggiosi sono numerose. La maggior parte di queste, però, non garantiscono sempre la qualità delle strutture e dei servizi che il CRAL dopo tanti anni di esperienza riesce ad assicurare. Questo marchio di serietà ed esperienza è il valore aggiunto da cui partire per mantenere l’offerta più tradizionale alla quale affiancare forme innovative di partecipazione alle attività culturali, ricreative, turistiche, e pratiche di attenzione al benessere delle persone. Sempre più vi è la richiesta di modificare tempi di durata e finalità del viaggio. Viaggi di breve durata e percorsi culturali e ricreativi a tema fanno parte di una domanda che sta mutando. Come pure importante è prevedere una rete di protezione sicura per chi vuole viaggiare ma ha particolari fragilità.

Il  CRAL, inoltre può mettere a disposizione la sua esperienza e il suo peso nel promuovere, insieme ad altri, in particolare le istituzioni locali, un turismo sociale rivolto a fasce di popolazione più svantaggiate. Il Cral deve fornire occasioni di formazione culturale interpretando aspirazioni e intercettando la domanda individuale che viene espressa con l’utilizzo dei voucher previsti come strumenti di utilizzo dei premi di produttività.

7) RAPPORTO CON I TERRITORI

La nuova competenza sociale consiste nell’intercettare situazioni di disagio dei lavoratori e delle loro famiglie e nel fornire una prima rete di informazioni e indicazioni. Ciò richiede un rapporto con il territorio, in particolare con le strutture socio sanitarie, e con la contrattazione sociale territoriale svolta da Cgil-Cisl-Uil insieme alle categorie dei pensionati. Il CRAL è una organizzazione che fino ad oggi ha ristretto la sua positiva azione sociale quasi esclusivamente all’interno del luogo di lavoro. Occorre, a nostro avviso, che il CRAL venga considerato una risorsa per il territorio. La capacità di organizzare attività che arricchiscono il sapere e il benessere delle persone può essere messa a disposizione della comunità territoriale e interagire con l’insieme delle politiche sociali che gli enti locali programmano e con le iniziative dei CRT (Circoli ricreativi territoriali) e di altre associazioni presenti nei territori.

Elenco dei CRAL che hanno promosso e sottoscritto il documento:

  • CRAL AEREOPORTI DI MILANO
  • CRAL ACEA
  • CRAL ARCA ENEL NAZIONALE
  • CRAL CISL NAZIONALE
  • CRAL CONEROBUS
  • ASSOCIAZIONE NOI SEA
  • CRAL INPS NAZIONALE
  • CRAL NOVELIS
  • CRAL ORGANI COSTITUZIONALI
  • CRAL TELECOM NAZIONALE
  • CRAL UIL NAZIONALE
  • CRALTV VERONA
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